Keynote Karma
“La mission di Keynote Karma è di aiutare
ciascuno ad esprimere appieno la propria nota distintiva
nel concerto dell’Esistenza, così come fa il colibrì:
leggiadro e preciso, si nutre di bellezza e semplicemente essendo,
esprime bellezza.
Keynote Karma è quel comunicare.”
Perchè?
Per rispondere a tre problemi inter-relati
Tecnico
Moltissime persone sprecano tempo ed energie per preparare delle presentazioni dal contenuto scontato.
Moltissime persone sprecano tempo ed energie per assistere a delle presentazioni dal contenuto scontato.
Moltissime buone idee vengono sprecate e non prendono piede perché presentate in questo modo, altamente inefficace.
Sorprendentemente, tanto in ambito accademico quanto aziendale, gli alti standard di qualità pretesi rispetto al contenuto sembrano non applicarsi alla forma della comunicazione, dimenticando che
“L’unica differenza tra una buona idea che ha successo e una che non ne ha è il modo in cui essa è stata comunicata.” (Nancy Duarte)
L’arte oratoria che ha fatto la gloria della civiltà latina e greca sembra essersi persa, disciolta nell’acido informatico del PowerPoint, utilizzato il più delle volte come stampella dell’oratore anziché come ausilio visivo per l’audience.
Culturale
Il paradigma educativo dominante è nato per soddisfare i bisogni della rivoluzione industriale e del controllo sociale, non per la realizzazione del potenziale umano di ciascuno a beneficio proprio e degli altri.
È un paradigma basato sulla compensazione delle mancanze anziché sulla scoperta e valorizzazione dei propri talenti naturali e il perseguimento delle proprie passioni.
Il risultato netto è che un sacco di persone brillanti e talentuose sono convinte di non esserlo.
Questo paradigma educativo obsoleto è stato imposto anche ai paesi “dei Sud del mondo” durante la colonizzazione ed è tuttora in voga in molti dei progetti di cooperazione
internazionale. Esso nega qualsiasi valore alla conoscenza indigena.
Esistenziale
Molte persone i cui talenti non trovano riscontro nel sistema educativo dominante finiscono per interiorizzare un senso di inappropriatezza:si sentono intrinsecamente insufficienti, minorate, perdenti rispetto al sistema sociale di cui sono parte.
Si sentono non autorizzate o impedite a cercare la propria felicità perseguendo le proprie passioni e coltivando i propri talenti, e si rassegnano a fare un lavoro non appagante, che intimamente sanno non gli corrisponde.
Compromettono quotidianamente la propria integrità, accettano di subire soprusi, rinunciano a ciò che dà loro gioia considerandolo il prezzo necessario da pagare per appartenere alla società.
Il risultato è una società conformista, gremita di gente triste, impaurita, sottomessa, che sopporta la vita come una condanna e vive il mondo come ostile.
Come?
I principi guida di Keynote Karma
Totalità
Esserci, fino in fondo. Totalità è presenza e vulnerabilità. In relazione all’arte di presentare:
“Presenting is to be present”
Presentare è essere presenti, è essere nel momento, consapevoli, attenti, connessi a sé stessi e agli altri.
Il che comporta rendersi vulnerabili:
“La vulnerabilità è dove coraggio e paura si incontrano”. (Brené Brown)
Ecologia
L’approccio di Keynote Karma è ecologico nel senso che è focalizzato sulle interrelazioni
tra persone, e tra esse e il loro contesto.
Ogni intervento parte da un’analisi olistica di questo complesso intreccio,
in considerazione della “regola cibernetica” che ci governa, individuata da Gregory Bateson:
“Il contesto determina le relazioni che in esso si giocano,
e quest’ultime determinano il contenuto di ciò che si comunica.
In altre parole, ciò che diciamo e facciamo dipende da con chi stiamo interagendo
e con chi stiamo interagendo dipende dalla situazione in cui ci troviamo”.
Minimalismo
“Un uomo è ricco nella misura in cui può permettersi di lasciare
le cose dove stanno”. (Henry David Thoreau).
Badare all’essenziale. Nella comunicazione,
l’incisività nasce da un’attenta selezione delle cose importanti:
“La qualità sta nella selezione: non è tanto in quello che si decide di mettere,
quanto quello che si decide di lasciar fuori.” (Steve Jobs)
Esperienza
La conoscenza è della mente, la saggezza è del cuore.
Il ponte è l’esperienza.
“Spiegamelo e lo dimenticherò. Mostramelo e forse lo ricorderò. Fammelo fare e l’avrò capito”.
L’approccio di Keynote Karma, specialmente nella formazione degli adulti,
è di valorizzare al massimo il loro portato, facilitando – in punta di piedi – l’acquisizione
di nuova e significativa esperienza, partendo dal problema concreto,
scoprendone le possibili soluzioni e solo allora, distillandone la teoria.
Condivisione
“Life is for sharing – la vita è condivisione." (Tony Giacomin)
Applicato alla comunicazione, è solo quando sono in grado di spiegarlo
ad altri che so di averlo davvero capito.
L’approccio didattico di Keynote Karma è centrato sull’apprendimento tra pari (peer learning), l’insegnamento reciproco (peer teaching) e il lavoro in gruppi,
nella convinzione che in un mondo sovrabbondante di informazione
è la capacità di mettere in comune la propria esperienza che fa la differenza.
Questa è comunic’azione.
Fiducia
“L’antidoto alla paura non è la sicurezza, ma la fiducia.” (Enrico Euli)
In un mondo che gira mosso dalla paura, qui, imperterriti, si coltiva fiducia, a tutti i livelli.
E che grandini pure.
Creatività
…quella di chi non accetta le cose per le cose, di chi osa giocare, e giocarsela,
con leggerezza e determinazione, che la vita è un gioco in cui ci si gioca la vita.
Elasticità
“Prevenire è meglio che curare”.
…ma meglio ancora è imparare a rimbalzare.
Agilità e resilienza: tra l’omino Michelin iperprotetto e lo spericolato Willy il coyote,
viva Willy il coyote!
Interculturalità
Guardare un’altra cultura attraverso la propria è come guardare uno stereogramma.
Se si focalizza lo sguardo sul foglio non si vede altro che una superficie piatta coperta di macchie colorate – la nostra cultura. Se però si focalizza lo sguardo 30 cm oltre il foglio, laddove si immagina essere l’altra cultura – che non si può mai vedere direttamente ma solo attraverso la nostra – e si aspetta qualche secondo, pazienti e fiduciosi, si avvertirà un leggero fastidio agli occhi: ecco se a quel punto si riesce a resistere all’automatismo che vorrebbe rifocalizzare lo sguardo sul foglio e si sopporta per qualche istante quel fastidio, succede un piccolo miracolo: appare l’immagine in 3D che si celava tra quelle macchie piatte apparentemente prive di senso.
Quella che si scopre non è tanto la cultura altra, che rimane largamente inconoscibile, ma una nuova dimensione della propria. Il confronto interculturale permette di prendere consapevolezza dei propri assunti e della loro relatività ed è pertanto un ottimo antidoto contro l’inconsapevole arroganza del proprio etnocentrismo.
Più scherzosamente…
“È un fatto importante e noto che le cose non sono sempre come sembrano. Per esempio, sul pianeta Terra l’uomo ha sempre considerato di essere più intelligente dei delfini perché ha realizzato così tante cose – la ruota, New York, le guerre, ecc. – mentre tutto quello che i delfini hanno sempre fatto era giocare in acqua divertendosi. Ma analogamente i delfini hanno sempre pensato di essere molto più intelligenti dell’uomo – precisamente per le stesse ragioni.” (Douglas Adams)